ANALISI CRITICA
sul Disegno Di Legge 2733 sulle persone "transgenere" presentato da Vladimir Luxuria senza nessun tipo di contatto e lavoro in comune con le associazioni transgender.
(questo testo non e' scritto da Helena Velena che pero' lo appoggia in pieno)


Il ddl Luxuria e' debole a partire dalla sua relazione introduttiva, dalla quale non si deduce esattamente l'obiettivo, poiche' il testo pare contraddire quello che sarebbe (o per lo meno dovrebbe essere) l'obiettivo primario, ovvero consentire alle persone trans di rettificare gli atti dello stato civile a prescindere dall'intervento chirurgico di riassegnazione dei genitali.
L'articolo 1 e' contraddittorio: laddove infatti si dice che la persona "transgenere" e' quella in cui siano assenti patologie psichiatriche che determinino l'incapacita' di intendere e di volere, al comma 2(a) la stessa persona transgenere e' definita sulla base di una condizione psichiatrica, come indicato nel comma 2(b).
Nemmeno la legge 164, che e' stata criticata per aver indotto ad una eccessiva medicalizzazione, aveva, quanto meno nel testo, adottato una definizione psichiatrica delle persone trans.

L'articolo 5 definisce una Commissione nazionale che pare essere una istituzione dalle competenze poco chiare, se non di natura burocratica (nomina dei presidenti delle Commissioni regionali).
Le competenze sostanziali sono attribuite alle commissioni regionali alle quali sono attribuite tutte le funzioni sulla determinazione delle fasi dell'iter di transizione.
Non sono chiare le modalita' di funzionamento delle commissioni regionali: la legge stabilisce soltanto che ogni persona in fase di transizione dovrebbe rivolgersi presso la Commissione con sede nel capoluogo di regione di residenza per ogni aspetto della fase di transizione che comporti interventi chirurgici o terapie mediche (anziche' facilitare la decentralizzazione dell'assistenza sanitaria, quanto meno per quanto riguarda la prescrizione delle terapie ormonali).

Il comma 2 e' particolarmente anomalo: fa riferimento a due interventi di chirurgia, di cui uno, la rinoplastica, di indiscutibile natura estetica non connesso al genere (il naso non costituisce un carattere sessuale secondario), mentre non menziona una serie di interventi ben piu' importanti (una nota anedottica: e' curioso che il ddl indichi specificamente i due interventi chirurgici a cui la prima firmataria del ddl si e' sottoposta).

L'articolo 7 disciplina la rettificazione degli atti dello stato civile in forza di sentenza del giudice di pace. La legge non chiarisce le modalita' della decisione, non specifica se il giudice possa o debba disporre la perizia e, soprattutto, non determina se la rettificazione possa essere effettuata indipendentemente dalla riassegnazione chirurgica dei genitali.

In altri termini non chiarisce un punto centrale su cui la legge 164 era ambigua ed aveva indotto ad una interpretazione restrittiva della stessa.

Questo ddl e' ugualmente ambiguo ed anzi, parrebbe propendere per una lettura opposta: paradossalmente i giudici, cui spetta la decisione ultima in materia di rettificazione, potrebbero riferirsi alla giurisprudenza consolidata per mantenere lo status quo.
Non e' inoltre chiaro quale sia il ruolo del certificato di pieno riconoscimento di genere ed i criteri per il suo rilascio se la decisione della rettificazione degli atti dello stato civile e' delegata al giudice.
Su questo aspetto la legge e' assolutamente confusa.

L'articolo 8 e' anomalo: la rettificazione di cui all'articolo 7 e' di per se' la rettificazione del genere.
Il significato del comma 1 dell'articolo 8 e' pertanto incomprensibile, salvo lasciar intendere che la sentenza di rettificazione non determinerebbe anche il nuovo nome (sarebbe apparentemente necessario un secondo procedimento amministrativo, da stabilirsi ai sensi del comma 2, inducendo ad un procedimento in due fasi, che e' stato duramente avversato nei 25 anni di applicazione della legge 164).

L'articolo 12 introduce un'altro elemento regressivo rispetto alla pratica attuale: laddove infatti molte persone trans si sono battute per evitare lo scioglimento ex officio, per affermare un principio importante di autodeterminazione per cui comunque l'iniziativa dello scioglimento, ancorche' obbligatorio, debba essere assunta dalla parte interessata, la scelta della parola "produrre" pare indicare l'opposto.

Se gli articoli 15-19 e 21 paiono superflui, l'articolo 22 pone problemi significativi, e non risolve il problema delle persone trans nella fase di transizione: laddove infatti, sarebbe opportuno prevedere la rettificazione degli atti dello stato civile nella fase di transizione proprio per evitare che l'identita' di genere della persona sia costantemente esibita, la legge prevede che la persona debba esibire la propria "tessera di transizione" per avere diritto al riconoscimento della propria identita'.

Cio' parrebbe comportare altresi che la persona che non si sottoponga ad intervento di riassegnazione (che a quanto pare e' l'elemento che determina la possibilita' di rettificazione degli atti dello stato civile), dovra' fare uso della tessera per tutta la durata della sua vita.
L'articolo 25 e' generico e non prevede misure effettive per combattere la discriminazione basata sull'identita' di genere.

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Dissoluti & Arroganti
(da L'AVVENIRE)
Maurizio Blondet
12/10/2005

>Lapo Elkann
>TORINO - Non è tanto la mistura di eroina, cocaina ed alcol; né tanto il
>fatto che Lapo Elkann, l'indecoroso rampollo, se ne sia riempito fino a
>ridursi in coma.
>Il vero punto è che il giovane, ultimo dissoluto Agnelli, si è ridotto
>all'incoscienza nel losco quartierino di un travestito pugliese
>cinquantenne, con i labbroni e le tettone gonfiati di silicone, in compagnia
>di due altri transessuali: evidentemente il coktail di droghe gli serviva,
>al Lapo, per mantenere l'eccitazione sessuale oltre ogni sazietà, oltre ogni
>abisso di schifo.
>Alcuni lettori mi chiedono di dire la mia.
>Ma che dire?
>Molti Agnelli sono così.



Caro Maurizio,
devo dirti che mi sono molto goduta il leggere la tua tirade al vetriolo contro gli Agnelli. Molto veemente e rabbiosa, davvero hardcore punk, non c'e' dubbio.
Pero' poi mi sorge il dubbio che magari in ambienti cattolici gli Agnelli siano visti un po' come la "monarchia torinese", e quindi li si equivalga e sovrapponga ai Savoia, che come sappiamo, imsieme ai Massoni sono il grande e odiato nemico di chi soffre ancora la Breccia di Porta Pia come una SUA immane tragedia.
E vabbeh, non mi scomodo tanto. facciamo finta che per una volta il tutto passi sotto al "i nemici dei miei nemici possono essere anche miei nemici". Una concordanza di nemici insomma.
Godo molto ma molto di meno, anzi potrei incazzarmi pure io, ma nei tuoi confronti, con altrettanto veemente passione, nel rileggere le prime righe del tuo pezzo.
Ma non lo faccio, perche' sono una personda dolce e buona e voglio essere tua amica.

La prima emozione comunque sarebbe di rimandarti a scuola per ripetere la Prima Elementare, benche' tu scriva su quotidiani a tiratura nazionale e pubblichi libri, anche di successo, per editori importanti.
No, non per un "corso di aggiornamento professionale", ma proprio per un problema di costruzione e struttura sintattica.
Sai, se io leggo "altri due transessuali", suppongo che tu intenda riferirti al fatto che nel periodo in questione si faccia menzione ad almeno "un altro transessuale". Oppure anche altri 27, che so. Ma che almeno un "altro transessuale" debba essere oggetto della tua frase. Invece tu menzioni un "travestito", per di piu' pugliese e cinquantenne, e su questo ritorniamo dopo, ma nessun'altr*, e anche su questo torniamo poi, "transessuale".
Ora io non capisco perche' un personaggio della tua intelligenza e cultura possa fare uno sbaglio tale. Mi fa specie pensare che tu non sappia apprezzare la bellezza e soprattutto la ricchezza della lingua italiana, che non prevede SINONIMI PURI, ma piuttosto che ogni termine, anche se appartenente, diciamo cosi', alla stessa "area", abbia, piu' che sfumature, significati decisamente e completamente diversi.
Invece il tuo uso "allegro" e spericolato" di alcuni termini mi fa pensare che per te "transessuale", "travestito" e magari pure "viado" e "transgender", visto che si riferiscono ad un'area in un certo qual modo omogenea o per lo meno affine, siano dei PERFETTI SINONIMI.
Non e' cosi'.
Sai, se io mi permettessi di dire che "stalinista" e "trotzkysta" significano la stessa cosa, essendo "entrambi comunisti", mi prenderei da una sequela di improperi a magari pure una sprangata in testa,magari non piu' da Mario Capanna, ma da qualche altra giovane testa calda si, visto che, tra l'altro Trotzky fu fatto ammazzare da Stalin.
Allo stesso modo, avvicinandoci magari ad un terreno a te piu' famigliare, non credo che apprezzeresti che si scrivesse che la CARITAS, L' OPUS DEI e MILITIA CHRISTI sono la stessa cosa, sinonimi interscambiabili, visto che tali organizzazioni appartengono tutte all'area cattolica.
Magari, in un altro senso, e forse anche a ragion veduta, qualche, sempre testa calda, ateo razionalista mangiapreti lo pensera' pure, con fare sprezzantemente provocatorio, ma tu credo proprio di no.
Tu la differenza la conosci.
Capito l'esempio, sono stata chiara?

Quindi se per travestito si intende un uomo che occasionalmente, e non necessariamente a scopo economico ne sessuale, si traveste con abiti femminili, ma mantiene un'identita' maschile,
se invece una persona, magari pure trentino, valdostano, sardo o addirittura pugliese, si fa chiamare PATRIZIA, e come dici tu e' dotato di "tettone" seppur gonfiate di silicone" e' evidente che vive un'identita' femminile. E quindi NON E' UN TRAVESTITO.
Non solo, ma proprio per questo motivo, cioe' che si presenta, non solo a Te, a me o a Lapo, ma al mondo intero, con un nome femminile e con le tette, rifatte o no, mi risulta che nella lingua italiana sia corretto rivolgersi a tale persona al femminile.
Magari erro, sai sbaglio a volte anche io, ma in questo caso mi risulta sia cosi'.
Tu magari mi dirai: "ma non bastano le tette per fare una donna".
Beh, sai, probabilmente hai pure ragione....
Vedi, io sono una persona semplice, e quindi anche un po' ingenua.
A me dicono tutti che Cicciobello, com'e' che si chiama, ah, si, Francesco Rutelli, e' gay, ed e' stato per anni l'amante di Marco Pannella.
Ora, io non mi permetterei mai di dare per vera una tal infamante diceria nei confronti di un personaggio dalla limpidissima e soprattutto lineare vita politica, pero' sai, se mai, puta caso, cosi', in termini di fantapolitica, questa diceria fosse vera, allora io suppongo che si sarebbe autorizzati a parlare della Signora Palombelli, che in questo caso diventerebbe il marito del nostro caro amico Rutelli, al maschile.
E' vero, la signora, anzi scusa, il Signor Palombelli ha le tette, ma come mi hai spiegato tu, le tette non fanno la donna.
Chiaro? So che sei intelligente e avrai quindi capito.
Ma torniamo all'inizio del tuo pezzo.
Dicevamo, anzi scrivevi tu "travestito pugliese cinquantenne".
Io non so quanti anni hai, ne dove sei nato,
ma immagino che tu possa essere non lontano da questa fatidica cinquantina....
Se qualche giornalista cattivello e invelenito ti definisse, vista la tua appartenenza cattolica,
"chierichetto veneto cinquantenne", la frase farebbe tutto il suo bell'effetto, che ne pensi?
Certo, tu magari sei un uomo di Spirito (Santo) e ci farai sopra una bella risata, ma in tal caso permettimi di riscriverlo, in pubblico, magari su di un quotidiano nazionale, senza che poi ti pigli lo schiribizzo di denunciarmi per diffamazione, eh?
Risata per risata, vero amico mio?

Poi ancora, parli del "losco quartierino", che sarebbe l'abitazione della nostra Patrizia, che da quanto scritto da altri giornali (vado spesso a Torino, ma non vivendoci non la conosco a menadito) non mi sembra proprio essere a Porta Palazzo, ne, scusami l'involontario gioco di parole, un palazzo fatiscente, anzi.....
Quindi mi sovviene un giusto e logico sospetto.....
Non e' che magari, per poter descrivere il suo appartamento, visto che di questo e non della zona si tratta, con siffatta precisione, non e' che ci sei stato pure tu, amico mio, a casa di Patrizia?
E se mi permetti, visto che siamo ormai in intimita', a fare cosa?
Le, oooh scusami, "gli" (al travestito pugliese cinquantenne, ovviamente) hai fatto il regalino, poi, sul suo conto corrente?
Ti sei divertito? Torni a trovarLO spesso?

Suvvia Maurizio, possibile che mi caschi ancora in questa frusta storia della "turpe spirale del vizio"?
Vedi, come tu sai, questa espressione una volta era utilizzata per parlare degli "omosessuali".
Poi da omosessuali sono diventati "gay", e da gay distruttori di famiglia stanno diventando un succulento target pubblicitario, i trend setters di grido, l'audience massa delle discoteche e perfino un appetitoso bocconcino elettorale per chi, a sinistra, scaricato dalla scena no-global, si e' fatto due conti su come fare a rimpiazzare i voti persi, per non scomparire.
Vedi, tu sai benissimo che Silvio dopo questi suoi stessi due conti ha deciso in quattro e quattr'otto di tornare al proporzionale che aveva rinnegato e abbandonato alcune legislazioni fa, e Fausto fa la stessa cosa. In quattro e quattr'otto corteggia quelli che, molti suoi compagni di partito anni fa chiamavano culattoni, froci, busoni, buchi, e, ovviamente anche coll'appellativo piu' coltamente pasolinianamente riferito di "debosciati dediti ad un vizio borghese".
Vedi, son daccordo tutti.
Nessuno, anche chi taccia i gay (io invece, sai, caro Maurizio, rivendico la parola FROCI, pero' io lo faccio dall'interno, quindi ho i miei "privilegi" nella sfiga.. infatti sono frocia anch'io) di essere dei rovinafamiglie, ormai non parla piu', quando si riferisce a loro, di "debosciato vizio borghese", e neppure di "turpe spirale del vizio".
E di conseguenza, per usare le tue parole, neppure di "losco quartierino" o di "oltre ogni abisso di schifo".
Sicuramente non lo dice piu' dei gay, neppure l'amico repubblichino Mirko Tremaglia, che sinceramente stimo, e non e' una battuta (pensa che in questione di immigrazione ha idee molto piu' a sinistra, e non ne fa mistero, di Fassino stesso, figuriamoci rispetto a Bossi o al suo capo Fini).
Ebbene, il nostro caro Mirko ha recentemente dichiarato che "ormai i culattoni sono la maggioranza". Troppo buono Mirko, troppo buono. Siamo tanti, si, ma magari fossimo la maggioranza...
Pero' Mirko nostro non si e' mai permesso di parlar di loschi quartierini o di gente che e' oltre ogni abisso di schifo.

Aaaah, ma che ingenua che sono....
Certo, Maurizio, e' vero, tu mica lo dici ai gay, tu lo dici ai travestiti e ai "transessuali"...
Sai, amico mio, a parte che "I" transessuali sono le "femmine che transitano a uomo", mentre "LE" transessuali sono i "maschi che transitano a donna" e io ho il vago sentore che tu invece, parlando di "UN" transessuale ti riferisca invece ad "UNA" transessuale, visto che Patrizia ha le tette e le labbrone e non il petto piatto e villosissimo e la vociona mascolina (si parlava di una voce femminile che ha chiesto aiuto telefonicamente, ricordi?), a parte questo piccolo forse per te insignificante particolare,
che pero' mi fa venir voglia di parlarti al femminile, dato che anche tu, quando eri in condizione di feto, ti sei TROVATA, CARA MAURIZIO, CHIERICHETTO VENETO CINQUANTENNE, in una fase in cui la tua realta' fisiologica era di gender femminile, prima che gli inibitori ormonali cominciassero a fare il loro lavoro,
beh, cara la mia Maurizio,
forse hai pensato che se magari la comunita' gay reagisce subito a certe frasi a mezzo stampa o televisione con querele, comunicati stampa e un gran polverone che tutto sommato conviene evitare, soprattutto se ne si e' protagonisti,
invece insultare o ridicolizzare le persone trans si puo' fare impunemente.
Ti sbagli, e di grosso, mio caro amico, non solo perche' anche le associazioni T* sanno ben reagire, ma anche perche' quello che tu e molti altri chiamate errando GAY PRIDE, si chiama in realta' GLBT (etc) PRIDE, e fa riferimento non al movimento GAY, ma al movimento GLBT(etc).
Quindi le palle, lamentele, querele, comunicati stampa etc, te li puoi ricevere altrettanto, dall'Arci Gay Nazionale come da un collettivo GLBT(etc) di Sassari.
O pure pugliese.
Oltre al fatto che tu continui, eh, ri-tiratina d'orecchi ulteriore, amichetto mio ignorantello, a mettere questa gran confusione di persone travestite, transessuali (compreso gli uomini dai petti piatti e villosissimi), Opus Christi o Militia Dei corrispondente che sia, nel calderone della prostituzione.
Allora sai che ti dico? che ci sono dei "viados" alti un metro e novanta con "due spalle cosi'", che di notte si chiamano VANESSA ma di giorno JOAO, che sia al maschile che al femminile sono molto brav* a manneggiare coltelli e tagliare la gola ai clienti che non si comportano in modo proprio corretto.
A volte per questioni di soldi, ma anche magari perche' non si sentono TRATTATE CON RISPETTO.

Capito, Maurizietto mio?
Poi sai, putroppo tocca di dirti che non sono sicura se ci siamo gia' conosciuti, anzi scusa, conosciute, un di' a Milano in un "club privee" chiamato "Naturalia".
Quel pomeriggio non si faceva sesso, in quel privee, ma piuttosto la presentazione di un libro di una certa HELENA VELENA, che all'epoca Repubblica definiva "la sacerdotessa pagana del cybersex", e che era, ed e' ancora, guarda caso, una donna transgender con un percorso transessuale.
E il libro non trattava "raccontini piccanti o porno", e neppure "esperienze col clienti famosi e cocainomani". Ma era piuttosto un saggio sul rapporto tra le tecnologie di comunicazione e l'identita' di genere.
Dicevo, non si fece sesso quel pomeriggio, ma la sera si, e i due giornalisti dell'AVVENIRE che mi furono presentati, mi furono qualificati pure come "clienti abituali".
Chissa' se uno dei due eri tu. Se cosi' fosse sarebbe molto bello, ne sarei molto felice, perche' significherebbe che la nostra tenera e gaia (me la permetti questa parola gioiosa, vero?) amicizia dura gia' da molti anni.
E se non fosse cosi', peccato, significa che e' nata solo oggi.
Ma e' destinata a sbocciare magnificamente, senza schifosi abissi.

Una bacio tenero e morbido dove vuoi tu,
dalla tua cara e dolce amica
HELENA VELENA